La Cremazione come funziona: dati e tendenze

La Cremazione come funziona: dati e tendenze

La cremazione è un alto atto morale, una scelta consapevole ricca di storia e di tradizione, un’opzione ecologica(se al posto dei cimiteri nascessero parchi urbani o addirittura boschi sacri come di seguito viene ipotizzato) e una possibilità di risparmio, che è un fattore non del tutto trascurabile.

Cremazione come funziona in Italia

I defunti vengono bruciati a una temperatura tra gli 800 e i 1.000 gradi Celsius per circa 90 minuti mentre gli addetti controllano lo stato del corpo: quando non ci sono più fiamme il processo è concluso.

Le ceneri, che dovrebbero avere la consistenza della sabbia, vengono poi raccolte con un rastrello e lasciate raffreddare per un’ora. Poi vengono setacciate per rimuovere qualsiasi metallo come anelli o pezzi di protesi (che vengono riciclati e il ricavato va in beneficenza) e infine triturate se vi sono grossi residui.

Cremazione: cosa dice la Chiesa

Se il defunto non ha lasciato alcuna volontà scritta, i parenti scelgono se sparpagliare le ceneri in un’area del crematorio, se portarle al cimitero o altrove oppure disperderle in natura. Il Legislatore ha riordinato la materia con la L. 130 del 30 marzo 2001, prevedendo la possibilità di dispersione delle ceneri. Dispersione che può avvenire solo dietro autorizzazione dell’ufficiale di stato civile (come la cremazione) e che va attuata sulla base dell’espressa volontà del defunto. In mare possono essere disperse soltanto a oltre mezzo miglio dalla costa. Le ceneri sono un buon fertilizzante biologico. La Chiesa pur approvando la cremazione nutre ancora delle perplessità culturali poiché con la cremazione tutto diventa fugace e il ricordo senza il corpo del defunto nel tempo tende a scomparire del tutto.

Nel 2018, si sono registrate, a consuntivo, circa 160.000 cremazioni, con una media nazionale del 25%. In altre parole, un funerale su quattro si conclude con la cremazione dei feretri. Il fenomeno della cremazione sta prendendo sempre più piede anche dalle nostre parti (in Campania). È cambiata la mentalità, la cultura funeraria. È in atto una vera e propria rivoluzione culturale, anche perché la Chiesa cattolica non la vieta e la pratica è economicamente più conveniente delle sepolture tradizionali.

I luoghi dove si fa la cremazione In Italia

Il Centro ricalca la media nazionale, il Nord ha superato il 30%, con picchi dell’80% in provincia di Milano; mentre nel Sud e nelle isole i numeri più contenuti.

Analizzando i dati territoriali, emerge che le Regioni dove la cremazione è più sviluppata continuano ad essere la Lombardia che è tra quelle meglio dotate di impianti di cremazione, con 23.198 cremazioni, seguite da Veneto (10.562), Emilia Romagna (9.154) e Piemonte.

In effetti, sono le Regioni che dispongono del maggior numero di impianti operativi. Il divario Nord-Sud è evidente se si considera che il Piemonte, con 4,5 milioni di abitanti, ha ben 14 crematori, mentre la Campania, con 6 milioni di abitanti, ne ha appena 3. Ma la domanda è diffusa e il ricorso alla cremazione si muove di pari passo con la nascita dei crematori lungo la penisola. Allo stato, gli impianti in Italia sono 84.

Il primato delle cremazioni in Europa spetta alla Svizzera, con l’85%. Seguono la Slovenia, la Svezia e la Repubblica Ceca. Il Gran Bretagna il tasso è del 76%; in Germania, del 55%; in Spagna (solo Barcellona), del 50%.